Charlie Hebdo e L’Opportunità Di Una Nuova Politica di Integrazione dei Musulmani in Europa

charlie hebdo

L’attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo ha riacceso i riflettori sul tema dell’Islam in Europa. Con quasi 45 milioni di Musulmani (il sei percento della popolazione Europea, che alcune stime prevedono triplicarsi nei prossimi 15 anni), i Governi Europei hanno l’urgente compito di elaborare una strategia per l’integrazione degli immigrati Musulmani nel Vecchio Continente.

La Francia e’ da tempo in prima fila nel dibattito sull’Islam in Europa, essendo il Paese Europeo con il più alto numero di Musulmani. Qualche anno fa, ben prima degli eventi di Charlie Hebdo, a scatenare il dibattito fu la legge che impedisce alle donne di indossare “simboli religiosi ostentati” (i.e. il velo) nelle scuole pubbliche. La Francia ha sperimentato lo scontro tra il fondamentalismo religioso e la laicita’ più di ogni altro Paese Europeo. Prodotto dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese, la Francia e’ una Repubblica fondata sulla laicite’ dello Stato. Quindi per cui, l’immigrazione di Musulmani dalle ex colonie, e le seconde e terze generazioni di immigrati, hanno provocato uno shock sociale nel Paese più laico d’Europa. Per molti versi, tale shock ha portato alla memoria la laicite’ de combat propria della Terza Repubblica. A peggiorare la situazione e’ lo stato sociale in cui versa la maggioranza dei Musulmani Francesi, (in media) più poveri del resto della popolazione. In contrasto con gli stessi temi della mobilita’ e diseguaglianza sociale pilastri della Rivoluzione Francese. Il disagio sociale di molti giovani Musulmani Francesi relegati a vivere nelle periferie dei grandi centri (banlieues) e’ stato più volte in prima pagina negli scorsi anni.

Tuttavia, la Francia non e’ l’unico Paese in Europa ad avere problemi di integrazione. La Germania, ad esempio, con il secondo più alto numero di Musulmani in Europa (prevalentemente Turchi provenienti da parti rurali dell’Anatolia) ha trattato a lungo i propri immigrati come “ospiti lavoratori” necessari a soddisfare i bisogni della rapida crescita industriale. Tuttavia, i Governi tedeschi si sono presto resi conto che gli “ospiti” erano venuti per restare. E così anche la Germania si e’ trovata di fronte a problemi di integrazione. I giovani Turchi di seconda generazione, spesso definiti “generazione persa”, sono costretti a scegliere tra la nazionalita’ Tedesca o Turca.

Dall’altro lato, l’Olanda si trova di fronte al problema degli Olandesi di origine Marocchina (per la maggior parte di seconda generazione o immigrati come parte di programmi di ricongiungimento familiare). Il coinvolgimento in attività criminali di molti Olandesi di origine Marocchina ha giocato a favore di politici di estrema destra come Geert Wilders, e della loro presunta lotta all’ “Islamizzazione dell’Olanda”. Così come lo ha fatto l’uccisione di Theo Van Gogh da parte di un Olandese di origine Marocchina. Il dibattito sull’Islam in Olanda e’ arrivato al punto di mettere in discussione il multiculturalismo come essenza dello Stato.

Da parte sua, l’Italia, con il crescente numero di immigrati di religione Islamica (provenienti soprattutto da Albania e Marocco), si e’ aggiunta tardi al dibattito sull’Islam in Europa. Tuttavia, la presenza di movimenti populisti e di estrema destra ha acceso subito i toni. Anche se l’immigrazione di Musulmani in Italia non ha causato i problemi di integrazione sociale visti in Francia, Germania ed Olanda, la proliferazione di moschee ha scatenato accese discussioni in un Paese in cui la Chiesa Cattolica detiene ancora un forte potere. Il dibattito sull’Islam in Italia ha raggiunto l’acme quando Adel Smith chiese di togliere i crocifissi dalle scuole pubbliche. Con un’economia che fa fatica a ripartire, l’assenza di una solida politica di integrazione in Italia rischia di scatenare disagi sociali negli anni a venire.

Nell’Europa del XXI secolo, il multiculturalismo rappresenta uno stato di fatto che neanche la crescita dei movimenti di estrema destra riuscirà a fermare. Con i giovani Arabi sempre più penalizzati dagli sviluppi della Primavera Araba, l’Europa rappresenterà sempre più un’attraente destinazione per gli immigrati di Medio Oriente e Nord Africa. Inoltre, con una popolazione in invecchiamento (e la stagnazione degli investimenti e della produttività ), l’Europa ha bisogno di immigrati per sostenere la crescita e lo stato di welfare.

I recenti eventi di Charlie Hebdo dovranno stimolare i Governi Europei ad affrontare finalmente il problema dell’Islam in Europa. Soltanto una reazione forte e coesa a livello Europeo potrà costituire una risposta adeguata. Il modello di integrazione degli immigrati di religione Islamica basato sull’assimilazione, prevalente nella maggior parte dei Paesi Europei, ha fallito nel riconoscere il multiculturalismo come stato di fatto nella società del XXI Secolo. Quindi per cui, i Governi Europei dovranno sfruttare l’attacco a Charlie Hebdo come opportunità per ripensare le proprie politiche di integrazione, andando aldilà di sicurezza ed anti-terrorismo.

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